Tuesday, September 29, 2009

Autovelox fiscali



Vogliamo veramente lasciare/riportare i nostri risparmi in questa nazione?


Thursday, September 03, 2009

Vaccini, la prima prova dei genitori

L'arrivo della nuova influenza riapre la discussione sulle vaccinazioni dei ragazzi

 

Sono 15 quelli indicati per i bimbi, cinque obbligatori L'Europa chiede di renderli tutti facoltativi dal 2010

Obbligo o non obbligo? L'al­lerta mondiale per la nuo­va influenza A H1N1 ria­pre il dibattito sulle vaccinazioni obbligatorie. Che per la pande­mia si preannunciano di massa. Evento di per sé senza preceden­ti: milioni di persone vaccinate in tempi brevi, sempre che le do­si prodotte siano in grado di sod­disfare le esigenze dei diversi pia­ni governativi. Attenzione, però: vaccinazio­ne gratuita, raccomandata, ma non obbligatoria. Perché la nor­mativa internazionale tende pro­prio ad affermare la non obbliga­torietà. L'Europa stessa ha chie­sto ai Paesi membri di liberalizza­re le vaccinazioni per l'infanzia dal 2010. Una raccomandazione che riguarda Italia, Grecia e Por­togallo: unici a «resistere» in fat­to di immunizzazione obbligato­ria. A parte i nuovi vaccini intro­dotti, compreso il prossimo per la nuova influenza. Il non obbligo limita anche i ri­schi di risarcimenti milionari a carico del sistema sanitario, nel caso vi fossero effetti collaterali imputabili al vaccino. In Italia peraltro, dove le Regio­ni hanno potere in campo sanita­rio, il Veneto è già «europeo». Via l'obbligo, fatta salva una for­te campagna formativa e infor­mativa a favore delle vaccinazio­ni, a partire dai nati nel 2008. Se i genitori non vogliono, i figli a scuola andranno lo stesso. Non come qualche anno fa, quando non venivano iscritti senza il cer­tificato delle vaccinazioni obbli­gatorie eseguite. «Anche nel re­sto d'Italia — spiega Fabrizio Pre­gliasco, virologo dell'università degli studi di Milano — ormai so­no i genitori a decidere se vacci­nare, o meno, i loro figli».

Il «partito del no»
In effetti, negli ultimi anni, so­no aumentati gli anti-vaccini. Medici e genitori. Quasi una cor­rente filosofica. A parte gli an­ti- farmaci, i dubbi sono tutti le­gati all'incremento di malattie prima inesistenti: allergie, sin­dromi auto-immunitarie, neuro­degenerative, intolleranze ali­mentari... E se fosse tutto legato a questo bombardamento di sti­moli delle difese immunitarie a pochi mesi dalla nascita? Non esistono prove scientifi­che di tutto ciò, mentre al contra­rio esiste il crollo vertiginoso del­le morti da malattie infettive nel mondo occidentale. A comincia­re dal vaiolo, il cui vaccino ha aperto la strada alle immunizza­zioni.

Già nel 1700 si sapeva che chi aveva contratto il vaiolo, soprav­vivendo, non lo avrebbe più pre­so. Così, alla fine del diciottesi­mo secolo ebbe inizio quella che si può definire come l'era delle vaccinazioni, con il discutibile, ma fondamentale, esperimento di Edward Jenner. Il medico in­glese che, nel 1796, prese del pus da una mungitrice che aveva con­tratto il vaiolo bovino (forma me­no grave del vaiolo umano) e lo inoculò tramite due incisioni nel braccio di un bambino di 8 anni, per poi infettarlo, sei settimane più tardi, con il virus umano. Il bimbo non si ammalò. Ripetè l'esperimento più volte, ottenen­do sempre lo stesso risultato. Ba­sandosi sui suoi studi, la Francia napoleonica, illuminista, fu com­pletamente vaccinata nel 1806.

Certo, i vaccini oggi non sono pochi. Tra obbligatori e racco­mandati, a farli tutti (senza con­tare i cosiddetti richiami) sono almeno 14. Eccoli, divisi tra ob­bligatori (in Italia) e no: polio­mielite, difterite, tetano, pertos­se, epatite B (obbligatori e gratui­ti: si fanno nel primo anno di vi­ta, con richiamo a 5-6 anni); ae­mophilus influenzae b (anti-me­ningite), morbillo, parotite, roso­lia (raccomandati e gratuiti se si fanno con gli obbligatori); vari­cella e influenza stagionale (rac­comandati e gratuiti per catego­rie a rischio); Hpv (contro il pa­pilloma virus e il tumore dell'ute­ro) che è gratuito per le ragazze nel dodicesimo anno di vita; me­ningococco C (anti-meningite), gratuito per tutti a un anno (con richiamo a 13-15 anni) e per le ca­tegorie a rischio; pneumococco (anti-meningite), gratuito nel primo anno di vita e per le cate­gorie a rischio.

L'età dei bambini
Questa la situazione al momen­to. Con un quindicesimo vacci­no, quest'anno, che potrebbe es­sere quello pandemico. «Anche se nei bambini piccoli, se non af­fetti da patologie croniche gravi che li pongono tra i soggetti a ri­schio, sarebbe meglio evitarlo. Manca il tempo per un'ampia spe­rimentazione, come per gli altri vaccini», avverte Pregliasco. Annuisce Roberto Biasio, diret­tore scientifico di una delle azien­de produttrici di vaccini, la Sano­fi Pasteur: «Stiamo lavorando con il massimo delle tecnologie e delle competenze per assicurare efficacia e sicurezza, ma per forza di cose i tempi sono ristretti».

L'ingegneria genetica
Grazie ai vaccini, comunque, si sono evitati milioni di morti e di disabili nel mondo occidenta­le. Per la difterite, la poliomieli­te, il vaiolo, il morbillo... I polmo­ni artificiali per i sopravvissuti dalla polio sono oggi apparecchi da museo: eppure, solo pochi de­cenni fa, erano realtà. «E possia­mo fare ancora meglio — dice Ri­no Rappuoli, guru della ricerca nel campo dei vaccini alla Novar­tis di Siena —. Per esempio crea­re un vaccino unico per ogni for­ma di meningite. Con l'ingegne­ria genetica è possibile tutto». Continua Biasio: «Quello per il papilloma virus è prodotto con l'ingegneria genetica. E anche il Sabin per la polio è oggi del tutto diverso: non più orale con virus ucciso, ma in forma iniettiva, su­per purificato e efficace. I rari ca­si di paralisi post-vaccinale regi­strati un tempo sono stati azzera­ti».
E i rischi legati ai conservanti? Il mercurio, per esempio? «Vacci­ni con il mercurio non esistono più in Italia e in Europa», rassicu­ra Biasio.

La soglia di efficacia
Tornando all'obbligo e al non obbligo, il Veneto è una delle Re­gioni italiane dove la copertura vaccinale è più alta: il 95 per cen­to dei bambini è immunizzato. Spiega Pregliasco: «E il 95 per cento è la soglia efficace (stabili­ta dall'Organizzazione mondiale della Sanità, Oms) per garantire la cosiddetta immunità di greg­ge, quella che blocca la diffusio­ne della malattia. L'84 per cento della Calabria o l'80 della provin­cia autonoma di Bolzano, dove l'obbligo c'è, non garantisce l'obiettivo che invece ha raggiun­to il Veneto».

Il federalismo sanitario
La non obbligatorietà però, al­la lunga, secondo alcuni esperti, potrebbe annullare i benefici por­tati dall'era dei vaccini. «Sicuro — continua Pregliasco —. Que­sto federalismo sanitario in cui ogni Regione prospetta piani di­versi di immunizzazione, come per esempio accade con la me­ningite, può fare solo danni. Le malattie infettive si eradicano se tutti si vaccinano. È un discorso di solidarietà, a cui aderire senza obblighi, ma con la consapevo­lezza che i benefici sono enormi per i singoli, per la comunità, per l'umanità». Quindi? «Quindi, è tollerabile al massimo un mar­gine del 5% di non vaccinati», ti­ra le somme Pregliasco. E il di­scorso non si ferma all'Italia e al­le sue Regioni. Coinvolge il pia­neta. La polio sarebbe ormai azze­rata se in tutto il mondo si fosse intervenuti a tappeto. E il vaiolo? C'è ancora in qualche area ristret­ta del globo. «Potrebbe anche ri­farsi vivo là dove è considerato ormai estinto», avverte Rappuo­li. Se non si eradicano questi vi­rus e batteri dovunque, poi po­trebbero riaffacciarsi più agguer­riti di prima. ««La globalizzazio­ne non è stata solo un volano per l'industria e i servizi — spiega Giovanni Rezza, epidemiologo dell'Istituto superiore di Sanità —. Anche i virus hanno impara­to a cavalcarla alla grande».

Mario Pappagallo
02 settembre 2009

What is the environmental impact of electric cars?

https://eeb.org/wp-content/uploads/2023/02/230201_Factsheet_Environmental_Impact_electric_cars_FINAL.pdf