Friday, June 26, 2009

Su Berlusconi le pressioni del Times e l'ironia della Bbc

 

 

di Elysa Fazzino

Il Times non si perde una battuta del fogliettone italiano e oggi punta l'attenzione sulle critiche della Chiesa. «Vescovo cattolico chiede a Berlusconi di dimettersi», titola il quotidiano britannico, riferendo le parole di monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, secondo cui Berlusconi «dovrebbe valutare se sia opportuno dimettersi nell'interesse del Paese».

«E' la prima volta» che un alto esponente della Chiesa ha fatto un appello del genere, scrive il corrispondente Richard Owen, «rafforzando la crescente sensazione che la crisi sul Primo ministro italiano sia fuori controllo».
Il premier è stato ulteriormente criticato dalla Chiesa – scrive il Times - quando il cardinale di Genova Angelo Bagnasco, capo della Conferenza episcopale Italiana, ha messo in guardia contro il cuore dell'uomo che può diventare «ebbro della sua smania di grandezza, che rasenta spesso l'illusione di onnipotenza… e distorcere i valori morali».

La petizione che chiede alle mogli dei leader del G8 di boicottare il vertice ha raggiunto quasi 7.000 firme, puntualizza il Times, che descrive un Berlusconi in atteggiamento di sfida durante la sua visita a L'Aquila.
Un altro servizio è dedicato alla cronaca dello scandalo, con le ultime dichiarazioni al quotidiano La Repubblica: «Escort Patrizia D'Addario dice che la festa di Berlusconi era "come un harem"». L'inviata del Times a Bari, Lucy Bannerman, osserva che Berlusconi «affronta crescenti pressioni a confessare tutto sulla sua vita privata».

La Bbc fa dell'humour e inserisce la vicenda Berlusconi nel quiz settimanale sulle notizie di cronaca proposto ai lettori. «In che modo Berlusconi ha negato di avere pagato per il sesso? ». Il quesito della Bbc è a risposta multipla: Berlusconi ha detto: «"Non ho mai capito che soddisfazione ci sia se non c'è il piacere …" di che cosa?»

A)del flirt
B)della conquista
C)dell'amore

Com'è nel suo stile il Daily Mail non va per la leggera: «Può il signor Squallido cadere più in basso? » è il titolo di un commento dove si dice che al confronto Bill Clinton sembra un boy scout con cotte da scolaretto.

Gli ultimi sviluppi di cronaca sono sulla homepage del sito di El Pais, che mette online il video dell'Espresso di una festa in casa di Berlusconi e l'intervista (tradotta) di Patrizia D'Addario a La Repubblica. Il titolo della corrispondenza di Miguel Mora: «Un incendio distrugge l'auto di una testimone chiave contro Berlusconi». El Mundo titola sul premier: «Berlusconi: io non cambio, gli italiani mi amano così». Abc: «Berlusconi promette ballerine agli operai de L'Aquila».

Tra i siti francesi, il Nouvel Observateur ha in richiamo sulla homepage: «Una prostituta rilancia l'affaire». Libération si concentra sull'appello al boicottaggio del G8 rivolto alle first ladies: «Quello che vogliono le donne: boicottare Berlusconi».

26 giugno 2009
 

Ft: "Berlusconi scaricato dagli alleati". Economist: "Al G8 rideranno di lui"

LONDRA - Circondato dai malumori di chi gli è vicino. E accompagnato da una scarsa credibilità all'estero. Arrivano da Financial Times ed Economist le due ultime bordate contro Silvio Berlusconi. Che parlano di "alleati" del premier pronti ad immaginare un futuro senza di lui e della poca credibilità del Cavaliere all'estero.

Financial Times. "Non siamo ancora al fuggi fuggi, ma importanti alleati di Silvio Berlusconi nella coalizione di governo stanno già contemplando un futuro senza di lui". E' uno scoop che in Italia varrebbe la prima pagina, quello che il Financial Times pubblica stamane, dedicando una pagina intera (la nona) al tema "il futuro di Berlusconi". Parlando con "alte fonti governative" a Roma, il quotidiano finanziario londinese raccoglie un messaggio che a quanto pare qualcuno, dall'interno del centro destra, ha deciso sia tempo di far diventare pubblico, scegliendo come megafono il giornale universalmente riconosciuto come il più autorevole e imparziale d'Europa.

"Sussurri spaventano la coalizione italiana", s'intitola la news analysis di Guy Dinmore. "Fedeli sostenitori di Silvio Berlusconi negano che si sarà un "fuggi fuggi" (in italiano nel testo originale) come conseguenza degli scandali che circondano la sua vita privata, ma importanti alleati nella coalizione di centro destra italiana stanno già contemplando un futuro politico senza il loro leader". Parlando con il Ft a condizione di mantenere l'anonimato, queste "alte fonti di governo" premettono di non credere che il 72enne presidente del Consiglio si dimetterà "presto". Eppure "ministri chiave" stanno iniziando a "posizionarsi" per l'eventualità che rivelazioni più dannose lo inducano a dimettersi. "Questo è uno scenario completamente nuovo, il panorama sta mutando", dice al quotidiano della City una delle fonti governative.

Un'altra fonte, definita "un collaboratore" di Berlusconi, dice che il governo teme che i magistrati annunceranno l'apertura di un'indagine giudiziaria formale nei confronti del premier proprio mentre egli ospiterà in Italia i leader mondiali per il summit del G8 del mese prossimo. "Paralleli vengono tracciati", osserva il FT, con il 1994, quando un tribunale inoltrò una comunicazione giudiziaria per corruzione a Berlusconi mentre il premier, all'epoca nel suo primo mandato, ospitava una conferenza internazionale sulla lotta alla criminalità: "il suo governo", ricorda il giornale, "cadde un mese più tardi, quando la Lega Nord uscì dalla coalizione".

L'articolo aggiunge che vari ministri hanno paura che le affermazioni di Patrizia D'Addario, la escort che afferma di essere andato a letto con Berlusconi a Palazzo Grazioli la notte dell'elezione di Obama, quando dice di avere foto e registrazioni del suo incontro con il premier, "si rivelino vere e dannose", o che le accuse che riguardano Giampolo Tarantini, l'imprenditore pugliese che accompagnò la D'Addario da Berlusconi, "si allarghino".

La "dinamica è cambiata", dicono le stesse fonti al FT. Primo, "c'è la sensazione che l'ambizione di Berlusconi di diventare presidente della repubblica al termine del suo mandato da primo ministro sia stata infranta". Secondo, "le elezioni europee hano dimostrato che gli elettori si stanno allontanando" dal Pdl. Infine, "l'immagine internazionale dell'Italia è peggiorata" e la Chiesa cattolica sta cominciando a "fare pressioni". Nonostante la sua reputazione di anfitrione miliardario che vizia gli amici con doni e fantastiche feste, gli alleati di Berlusconi "lo descrivono come un uomo isolato, con nessuno che si azzarda a dargli consigli". Il quotidiano londinese coglie una certa "malinconia" nell'intervista rilasciata dal premier al settimanale di sua proprietà "Chi", quando ricorda che nell'ultimo anno ha perso la madre e la sorella, oltre a sua moglie per il divorzio.

L'articolo si conclude con una suddivisione degli schieramenti all'interno del governo. I ministri la cui sopravvivenza politica dipende da Berlusconi sono i più accesi nel difenderlo: come Maurizio Sacconi (Lavoro), Claudio Scajola (Sviluppo Economico), Franco Frattini (Esteri). Le donne, incluse Maria Carfagna (Pari Opportunità) e Stefania Prestigiacomo (Ambiente), gli sono fedeli, ma nelle "attuali circostanze", ovvero nel mezzo di uno scandalo a base di call-girls e incontri con minorenni, "sono a disagio a parlare" in sua difesa. "Poi ci sono figure chiave che sono rimaste per lo più in silenzio, vedendo un futuro oltre Berlusconi, con la speranza che una successione sia ordinata". Gianni Letta, scrive il FT, sta già facendo di fatto le funzioni di primo ministro. Giulio Tremonti, il ministro delle Finanze, ha il vantaggio di stretti legami con la Lega Nord.

Ma le fonti interpellate dal quotidiano della City notano un serio ostacolo alle dimissioni del premier, a parte la sua ostinazione personale: l'immunità dalle incirminazioni, varata dalla sua larga maggioranza in parlamento, "dura solo fino a quando lui rimane in carica".

Un secondo articolo, sempre sul Financial Times, firmato da James Blitz, ex-corrispondente da Roma e ora corrispondente diplomatico, osserva che la questione critica per i governi occidentali non è tanto che Berlusconi si stia "gravemente danneggiando" a causa dei suoi legami con "modelle e starlette", non è quello che egli fa nella sua vita privata, ma se può aiutarli a risolvere i pressanti problemi con cui si confrontano gli Usa e l'Unione Europea. Per Barack Obama, Berlusconi è un leader con cui "è necessario mettersi d'accordo", e il FT cita l'impegno militare italiano in Afghanistan e la recente decisione del premier di accettare nel nostro paese alcuni detenuti di Guantanamo a testimonianza dell'importanza che l'Italia ha per Washington. "Ma Obama è chiaramente meno preso da Berlusconi di quanto fosse George W. Bush", prosegue l'articolo, rilevando come il presidente americano abbia incontrato vari leader nel suo tour europeo in aprile, ma non il premier italiano.

La minore influenza di Berlusconi sull'America "non è interamente colpa sua", afferma una fonte diplomatica consultata da Blitz: oggi in Francia e in Germania ci sono governi più pro-americani rispetto a due anni fa, e dunque gli Usa hanno meno bisogno del sostegno italiano. In più, ci sono azioni intraprese da Berlusconi che lo hanno reso "un alleato difficile". Una è la sua decisione di firmare un accordo con la Russia per portare il gas in Europa, in competizione con un gasdotto occidentale che passerà dal'Asia Centrale. "Il sostegno di Berlusconi per Putin su questo causa molta rabbia a Washington e Bruxelles" dice un diplomatico della Ue. Altri aspetti dello stile di Berlusconi che irritano gli Usa e la Ue sono "la sua ossessione di poter essere un mediatore tra Obama e il suo amico Putin" e il tentativo di stabilire un dialogo autonomo con l'Iran. Non ultima, la sua decisione di tenere il summit del G8 all'Aquila "sta provocando nervosismo" nelle capitali mondiali. Riassume il Ft nel titolo: pur alleato indispensabile, Berlusconi "sta mettendo alla prova la pazienza di Usa e Ue".

Il Times. Un altro articolo di rilievo appare oggi sulla stampa britannica: una news analysis di Richard Owen, il corrispondente da Roma, sul Times, che commenta il "grande vantaggio" di cui Berlusconi dispone come proprietario e controllore politico dei media, in particolare televisivi. "Se Berlusconi dovesse dimettersi domani", comincia l'articolo, "la grande maggioranza degli italiani che ricevono le informazioni solo dalla tivù ne saprebbero poco o nulla". Owen riporta il fatto, di cui l'opinione pubblica britannica e mondiale non sono perfettamente a conoscenza, che Berlusconi possiede i tre canali televisivi di Mediaset e controlla la maggior parte dell'informazione televisiva della Rai in quanto capo della coalizione di governo.

L'analisi del Times nota che il Tg1, "il principale telegiornale Rai", ha ignorato o dato un basso profilo alle notizie sullo scandalo che riguarda il premier, e riferisce le critiche espresse dal presidente della Rai, Paolo Garimberti, ad Augusto Minzolini, direttore del Tg1, "per avere mancato di dare ai telespettatori l'informazione completa e trasparente che è richiesta al servizio pubblico".

Tra gli articoli sul caso Berlusconi pubblicati da altri giornali britannici, spicca poi la vignetta del Sun: un parcheggio pieno di limousine per il summit del G8, ciascuna con una bandierina della nazione che rappresenta sul cofano quella italiana è letteralmente ricoperta di giovani ragazze maggiorate e seminude, che lavano la macchina brindando con calici di champagne.

L'Economist in edicola domani pubblica due articoli sul caso, più una replica del sottosegretario Bonaiuti. A quanto scrive l'Ansa, nell'articolo intitolato "Un conquistatore, non un utilizzatore finale", l'Economist si occupa degli ultimi sviluppi dell'inchiesta di Bari e scrive tra l'altro: "Gli italiani sono stati tenuti perlopiù all'oscuro sull'inchiesta di Bari, che è stata menzionata solo brevemente e in maniera obliqua sulle principali reti televisive".

Ricordando poi i paragoni fatti da Famiglia Cristiana con quanto avverrebbe in situazioni analoghe in altri paesi, il settimanale sottolinea: "Berlusconi è un uomo risoluto. Paragoni con altri paesi non serviranno a fargli cambiare idea. E nemmeno le richieste di dimissioni avranno eco tra i politici del suo partito: devono a lui la loro posizione. Berlusconi non ha mai avuto grande credito nei circoli internazionali. I suoi ultimi problemi susciteranno una risata tra i suoi ospiti al vertice G8 il mese prossimo. Ma è improbabile che si dimetta o che sia mandato via".

Il secondo articolo pubblicato dal settimanale economico è dedicato alla situazione finanziaria di Fininvest, definita particolarmente vulnerabile alla crisi.

Dalla Spagna agli States. L'attenzione è costante su tutta la stampa europea. El Mundo titola: La perdizione di Berlusconi. Un articolo in cui vengono ripropoposte le varie tappe della vicenda, con citazioni molto ampie dell'intervista a Patrizia D'Addario.

E la Cnn ha dedicato a Berlusconi un lungo servizio. "Ci sono abbastanza ragioni per dimettersi".


INVIATO DA REPUBBLICA MOBILE
Visita m.repubblica.it dal tuo telefonino o se hai un iPhone scarica gratis da iTunes l'applicazione di Repubblica Mobile.


Sent from mobile device

Wednesday, June 24, 2009

La verità che non può dire

di GIUSEPPE D'AVANZO

Berlusconi esige da noi, per principio e diritto divino, come se davvero fosse "unto dal Signore", la passiva accettazione dei suoi discorsi. Pretende che non ci siano repliche o rilievi alle sue parole. Reclama per sé il monopolio di un'apparenza che si cucina in casa con i cuochi di famiglia. Senza contraddittorio, senza una domanda, senza un'increspatura, senza la solidità dei fatti da lui addirittura non contraddetti, senza un estraneo nei dintorni. Vuole solo famigli e salariati. Con loro, il Cavaliere frantuma la realtà degradata che vive. La rimonta come gli piace a mano libera e ce la consegna pulita e illuminata bene. A noi tocca soltanto diventare spettatori - plaudenti - della sua performance. Berlusconi ci deve immaginare così rincitrulliti da illuderci di poter capire qualcosa di quel che accade (è accaduto) non servendoci di ciò che sappiamo, ma credendo a ciò che egli ci rivela dopo aver confuso e oscurato quel che già conosciamo. Quindi, via ogni fatto accertato o da lui confessato; via le testimonianze scomode; via documenti visivi; via i giornalisti impiccioni e ostinati che possono ricordarglieli; via anche l'anchorman gregario e quindi preferito; via addirittura la televisione canaglia che da una smorfia può rivelare uno stato d'animo e una debolezza.

Berlusconi, che pare aver smarrito il suo grandioso senso di sé, si rimpannuccia sul divano di casa affidandosi alle calde cure del direttore di Chi. Insensibile alle contraddizioni, non si accorge dell'impudico paradosso: censurare i presunti pettegolezzi dalle colonne di un settimanale della sua Mondadori, specializzato in gossip. Dimentico di quanto poca fortuna gli abbia portato il titolo di Porta a Porta (5 maggio) "Adesso parlo io" (di Veronica e di Noemi), ci riprova. "Adesso parlo io" strilla la copertina di Chi. Il palinsesto è unico.

In un'atmosfera da caminetto, il premier ricompone la solita scena patinata da fotoromanzo a cui non crede più nessuno, neppure nel suo campo. La tavolozza del colore è sempre quella: una famiglia unita nel ricordo sempre vivo di mamma Rosa e nell'affetto dei figli; l'amore per Veronica ferito - certo - ma impossibile da cancellare; la foto con il nipotino; una vita irreprensibile che non impone discolpa; l'ingenuità di un uomo generoso e accogliente che non si è accorto della presenza accanto a lui, una notte, di una "squillo" di cui naturalmente non ha bisogno e non ha pagato perché da macho latino conserva ancora il "piacere della conquista".

Acconciata così la sua esistenza che il più benevolo oggi definisce al contrario "licenziosa", chi la racconta in altro modo non può essere che un "nemico". Da un'inimicizia brutale sono animati i giornali che, insultati ma non smentiti, raccontano quel che accade nelle residenze del presidente. Antagonisti malevoli, prevenuti o interessati sono quegli editori che non azzittiscono d'imperio le loro redazioni. C'è qualcosa di luciferino (o di vagamente folle) nella pretesa che l'opinione pubblica - pur manipolata da un'informazione servile - s'ingozzi con questo intruglio. Dimentico di governare un Paese occidentale, una società aperta, una democrazia (ancora) liberale, il capo del governo pare convinto che, ripetendo con l'insistenza di un disco rotto, la litania della sua esemplare "storia italiana" possa rianimare l'ormai esausta passione nazionale per l'infallibilità della sua persona. È persuaso che, mentendo, gli riesca di sollecitare ancora un odio radicale (nell'odio ritrova le energie smarrite e il consenso dei "fanatizzati") contro chi intravede e racconta e si interroga - nell'interesse pubblico - sui lati bui della sua vita che ne pregiudicano la reputazione di uomo di governo e, ampiamente, la sua affidabilità internazionale. Berlusconi sembra non voler comprendere quanto grave - per sé e per il Paese - sia la situazione in cui si è cacciato e ha cacciato la rispettabilità dell'Italia. Ha voluto convertire, con un tocco magico e prepotente, le "preferite" del suo harem in titolari della sovranità popolare trasformando il suo privato in pubblico. Non ha saputo ancora spiegare, dopo averlo fatto con parole bugiarde, la frequentazione di minorenni che ora passeggiano, minacciose, dinanzi al portone di Palazzo Chigi. Ha intrattenuto rapporti allegri con un uomo che, per business, ha trasformato le tangenti alla politica in meretricio per i politici. Il capo del governo deve ora fronteggiare i materiali fonici raccolti nella sua stanza da letto da una prostituta e le foto scattate da "ragazze-immagine", qualsiasi cosa significhi, nel suo bagno privato mentre ogni giorno propone il nome nuovo di una "squillo" che ha partecipato alle feste a Villa Certosa o a Palazzo Grazioli (che pressione danno a Berlusconi, oggi?).

La quieta scena familiare proposta da Chi difficilmente riuscirà a ridurre la consistenza di quel che, all'inizio di questa storia tragica, si è intravisto e nel prosieguo si è irrobustito: la febbre di Berlusconi, un'inclinazione psicopatologica, una sexual addiction sfogata in "spettacolini" affollati di prostitute, minorenni, "farfalline", "tartarughine", "bamboline" coccolate da "Papi" tra materassi extralarge nei palazzi del governo ornati dal tricolore. Una condizione (uno scandalo) che impone di chiedere, con la moglie, quale sia oggi lo stato di salute del presidente del Consiglio; quale sia la sua vulnerabilità politica; quanta sia l'insicurezza degli affari di Stato; quale sia la sua ricattabilità personale. Come possono responsabilmente, questi "buchi", essere liquidati come affari privati?

La riduzione a privacy di questo deficit di autorità e autorevolezza non consentirà a Berlusconi di tirarsi su dal burrone in cui è caduto da solo. Ipotizzare un "mandato retribuito" per la "escort" che ricorda gli incontri con il presidente a Palazzo Grazioli è una favola grottesca prima di essere malinconica (la D'Addario è stata prima intercettata e poi convocata come persona informata dei fatti). Evocare un "complotto" di questo giornale è soltanto un atto di intimidazione inaccettabile.

Ripetendo sempre gli stessi passi come un automa, lo stesso ritornello come un cantante che conosce una sola canzone, Berlusconi appare incapace di dire quelle parole di verità che lo toglierebbero d'impaccio. Non può dirle, come è sempre più chiaro. La sua vita, e chi ne è stato testimone, non gli consente di dirle. È questo il macigno che oggi il capo del governo si porta sulle spalle. Non riuscirà a liberarsene mentendo. Non sempre la menzogna è più plausibile della realtà. Soprattutto quando un Paese desidera e si aspetta di sentire la verità su chi (e da chi) lo governa.

(24 giugno 2009

http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-10/davanzo-24giu/davanzo-24giu.html

 

 

Tuesday, June 23, 2009

Cadorago: gente tosta!

 

Pensionato e direttore
sventano rapina alle Poste

 
 

Bulgorello: i carabinieri davanti all'ufficio postale

CADORAGO I capelli bianchi. Il fisico asciutto e atletico, a dispetto dell'età. E un senso della giustizia oltre la media. Capita a volte, anche se non spesso, che il ruolo di vittime stia stretto a chi è costretto a recitarlo, anche a dispetto di un'età anagrafica che mal si concilierebbe con un incontro di lotta con un malvivente. Eppure capita, a volte, che le vittime reagiscano. Mandando all'aria i piani di un rapinatore che, con ogni probabilità, sperava in un colpo facile facile, senza alcuna sorpresa. La sorpresa, ieri, invece c'è stata. E aveva il volto di un pensionato di Bulgorello e del 34enne direttore pro-tempore dell'ufficio postale di Bulgorello che Alessandro Fusco, 31enne di Fenegrò con un passato tempestoso e un presente non così sereno, aveva pensato di prendere di mira. Ma le cose, purtroppo per lui, sono andate in modo decisamente diverso.
Il tutto è avvenuto poco dopo l'apertura delle Poste di Bulgorello. All'interno un direttore, una dipendente e un paio di clienti sono ignari di ciò che da lì a pochi istanti sarebbe avvenuto. Cappellino con visiera in testa, pistola in mano (si scoprirà solo dopo che era una innocua scacciacani, a cui il bandito aveva tolto di tappo rosso) Alessandro Fusco fa irruzione con la classica frase: «Fermi, questa è una rapina». Il bandito, arraffato il denaro, ha cercato di fuggire ed è a questo punto che le vittime hanno deciso che quel ruolo stava loro stretto. E hanno reagito. Il direttore dell'ufficio postale e un cliente, un pensionato, si sono messi all'inseguimento del bandito e appena fuori dalla porta d'ingresso delle Poste lo hanno raggiunto e bloccato. Ne è nato un furioso parapiglia. Fusco, dopo essere stato immobilizzato, ha reagito con violenza prendendosela soprattutto con il 34enne direttore dell'ufficio, che infatti è stato anche soccorso da un'ambulanza del 118 e portato in ospedale, dove i medici gli hanno riscontrato ferite serie, comunque guaribili con una prognosi di 30 giorni. Ferito, ma in modo decisamente più lieve, anche il pensionato.

 

 

 

 

Robert Habeck on Israel and Antisemitism

https://www.youtube.com/watch?v=MdZvkkpJaVI&ab_channel=Bundesministeriumf%C3%BCrWirtschaftundKlimaschutz