Monday, July 25, 2022

L'Italia s'è desta

 

«Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta». L’Italia si è ridestata l’altro giorno con una crisi politica assurda, dettata da un mix di errori, calcoli e cinismi, nel momento in cui più che mai avrebbe avuto bisogno della continuità per affrontare una stagione tremenda: la guerra in Europa, la crisi energetica alle porte, l’urgenza di rispettare le condizioni per i miliardi europei della salvezza, la pandemia in agguato, il rincaro e la paura di una nuova povertà. Un partito rozzo e senza cultura politica (la Lega), un movimento di utopisti incompetenti (i 5 Stelle) e la debole Forza Italia piena di capi mediocri sotto lo sguardo di Berlusconi mummificato hanno fatto cadere un governo che sembrava il male minore fra i mille mali d’Italia, un governo che si poteva lasciar vivere utilmente fino alla scadenza naturale di legislatura, a marzo.

Un governo anomalo, è vero, diretto da un primo ministro mai eletto da nessuna parte, paracadutato sulla poltrona di premier per l’autorevolezza acquisita da governatore della banca centrale europea, un “Papa straniero” chiamato a sedare le risse interne di una politica malata. Draghi stesso aveva capito quanto provvisoria fosse la sua posizione, al punto che aveva tentato di mettersi in salvo diventando presidente della Repubblica, blindato al Quirinale per sette anni. Ma fu impallinato dalle stesse forze che adesso lo hanno fucilato.

L’anomalia della politica italiana viene da lontanto, da quando “Tangentopoli” fece scoppiare i partiti (sarebbe da studiare a fondo quel moto di legittima lotta alla corruzione trasformatosi in una devastazione moralistica, inferocita e giacobina). Furono annientati il PSI, la DC, i piccoli partiti laici e liberali. A parte i missini post-fascisti (impresentabili) restò a galla solo il PCI, che non trafficava in tangenti perché era finanziato da Mosca per via indiretta ma dovette poi affrontare la crisi del crollo dell’URSS e rigenerarsi. Il vuoto creatosi favorì la nascita avventuriera di soggetti nuovi, privi di cultura politica ma capaci di intuire lo scontento e le attese del ventre molle popolare. Nacque la Lega di Bossi, sulle prime lombarda e secessionista (“Roma ladrona”). Dalla corte arruffona di Bossi si passò a quella di Salvini, innamorato di Putin e usurpatore di rosari. Poi venne Berlusconi, ricchissimo imprenditore vincente disceso in campo con un progetto centrista moderato per bloccare la vittoria annunciata della “gioiosa macchina da guerra” dei post-comunisti di Achille Occhetto. Molti liberali reduci dalle ceneri dei partiti lo appoggiarono, magari turandosi il naso, e Berlusconi vinse e prese il potere a lungo. Ma fu minato da un gravissimo conflitto di interessi (da capo del governo restava padrone di un impero mediatico) e da innumerevoli processi per intrallazzi. Si fece male da solo anche come immagine morale e oggi, dopo aver deluso la “intelligenza” liberale che si era fidata di lui, si afferra pateticamente alla chirurgia plastica politica tentando di rifarsi un volto credibile ma politicamente è finito.

Non bastando i leghisti (andati al governo al grido di governo ladro) e il berlusconismo spregiudicato, ecco un comico rabbioso e un informatico visionario mettere in piedi il Movimento dei Cinque Stelle, verso il quale accorsero truppe impensabili di cittadini, alcuni in buona fede perché schifati dalla politica marciscente ma molti per opportunismo camaleontico. Alle ultime elezioni del 2018 Lega e Cinque Stelle ottennero la maggioranza, e s’è visto cosa hanno combinato, mentre intanto cresce la post-fascista Giorgia Meloni (erede del MSI sdoganato da Fini finito male) oggi in testa ai sondaggi, la quale ha avuto l’accortezza di stare all’opposizione netta e cerca di rassicurare l’Italia e il mondo sulla sua limpidezza democratica ma il “pedigrée” resta da camicia nera.

Non c’è che dire: l’Italia s’è desta e s’è desta malmessa. L’unico soggetto politico rassicurante sembra essere oggi il PD, che dopo il faticoso cammino dal comunismo alla socialdemocrazia possiede almeno una cultura politica di lungo corso: ne fanno parte post-comunisti redenti e post-democristiani e qualcosa rimane del DNA morale berlingueriano e degasperiano. Se votassi in Italia oggi, voterei PD, senza troppo entusiasmo. Ci sarebbe, è vero, la possibilità di pensare a un “centro” liberaldemocratico, magari alleato con il PD per fronteggiare le “destre” maldestre favorite dai sondaggi. Ma il tentativo centrista è troppo affollato di piccoli aspiranti leader che si azzuffano.

 

 https://www.cdt.ch/opinioni/commenti/litalia-se-desta-289216

 

 

 

Robert Habeck on Israel and Antisemitism

https://www.youtube.com/watch?v=MdZvkkpJaVI&ab_channel=Bundesministeriumf%C3%BCrWirtschaftundKlimaschutz