Con l’entrata in vigore della legge sulla procreazione assistita, particolarmente restrittiva, le coppie italiane hanno scelto il Ticino come meta prediletta.
Le cifre concordano nell’affermare l’esistenza di un vero e proprio "boom" di richieste di intervento nei centri di fertilità.
Secondo l’organizzazione italiana CECOS (Centro studi e conservazione degli ovociti e sperma umani), il Ticino balza in testa alle mete preferite dalle coppie italiane nel loro viaggio della speranza.
Con la nuova legge il numero degli italiani che si rivolgono a centri esteri è triplicato. E dopo il recente insuccesso del referendum abrogativo, il turismo procreativo è destinato a crescere ulteriormente.
Nel Bel Paese in provetta si nasce meno
Il primo studio scientifico sulle conseguenze della Legge 40 (quella appunto che in Italia regola la procreazione assistita dal febbraio 2004) è stato curato dal dottor Guido Ragni dell’Unità Sterilità di coppia e andrologia del Policlinico Mangiagalli di Milano.
Sulla base del confronto dei primi quattro mesi di applicazione della legge con i mesi corrispondenti dell’anno precedente in nove dei centri italiani più qualificati (5 privati e 4 pubblici), i risultati sono sorprendenti: le nascite sono diminuite del 21%.
"Le telefonate al nostro centro di consulenza – dice del resto una collaboratrice dell’associazione italiana "Madre provetta" – sono cambiate. Non più richieste di informazioni sui percorsi personali e le terapie. Chi ci chiama vuole informazioni sui centri di fertilità all’estero". E il Ticino primeggia.
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A Locarno una lista di attesa di mesi
Per motivi di discrezione e di riservatezza nei centri di fertilità si è restii a fornire dei dati precisi sul numero delle coppie che chiedono aiuto.
Il dottor Jürg Stamm, responsabile del Centro cantonale di fertilità presso l’Ospedale La Carità di Locarno, conferma comunque l’esplosione delle richieste.
"Da quando, nel 2004, è entrata in vigore la legge italiana – spiega a swissinfo Stamm – sono 600 le coppie italiane che si sono rivolte a noi. Un numero molto alto che rappresenta una crescita del 40% rispetto all’anno precedente".
"Se prima avevo una lista di attesa di 3-4 settimane – aggiunge il medico – oggi una coppia deve aspettare 4-5 mesi. E fare aspettare una coppia che desidera avere un figlio non è mai bello. Nonostante l’aumento delle richieste il nostro obiettivo resta quello di mantenere alta la qualità. E’ una questione di etica professionale".
"Una legge profondamente ingiusta"
Il Centro di fertilità privato Procrea, per esempio, con sede a Bellinzona e Lugano, è nato sette anni fa e da sempre opera prevalentemente con coppie provenienti dall’Italia del Nord.
"Con la Legge 40 – conferma a swissinfo il dottor Michael Jemec – la percentuale è ulteriormente aumentata". Jemec conferma anche le cifre fornite dal CECOS di 1'150 casi trattati prevalentemente in Ticino nel corso del 2004. "Anche nel nostro centro possiamo parlare di un netto aumento".
"Le coppie che giungono da noi manifestano un grande disappunto rispetto alle nuove norme che regolamentano la procreazione medicalmente assistita. La legge viene insomma vissuta come una vera e propria ingiustizia".
Questo aumento esponenziale delle richieste e il prospettato aumento della concorrenza non rischia di incidere negativamente sulla professione? "Il nostro dovere – commenta Jemec - è aiutare le coppie nel miglior modo possibile".
"Credo che l’aumento di interesse e di richieste nel campo della procreazione medicalmente assistita possa piuttosto giovare alla ricerca nella genetica molecolare, che potrebbe essere ulteriormente sviluppata e permettere così al Ticino di diventare un centro di eccellenza. Per quanto mi concerne il fattore business è del tutto secondario".
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I ginecologi della penisola attratti dal Ticino
Ma intanto i ginecologi italiani guardano con sempre maggiore interesse al Ticino. Lo conferma a swissinfo il medico cantonale Ignazio Cassis.
"Con l'entrata in vigore delle legge italiana sulla medicina della procreazione - particolarmente restrittiva - vi è stata una crescente domanda di ginecologi italiani per esercitare la medicina della procreazione nel nostro Cantone".
Il Ticino sembra dunque diventare una terra promessa non solo per le coppie sterili, ma anche per i ginecologi. Come si prepara allora il Cantone a questa eventualità?
"Per il Ticino le norme restrittive italiane si traducono certamente in un afflusso dall'Italia di medici italiani e coppie sterili, con relativo indotto economico. Il Parlamento cantonale – precisa ancora Cassis - ha approvato pochi giorni fa la norma applicativa della Legge federale sulla medicina della procreazione".
Una decina le richieste dei medici italiani
"Appena scaduto il termine di referendum, verso la fine di luglio – aggiunge il medico cantonale - potremo iniziare a rilasciare le autorizzazioni. Sono una decina le richieste provenienti da medici italiani".
"Ricordo infine che si tratta di autorizzazioni di polizia sanitaria, senza alcun contingentamento. Chiunque dispone dei requisiti di qualità richiesti dalla legge, può esercitare nel nostro Cantone (e in tutti i Cantoni svizzeri) questa specialità medica, i cui costi NON sono assunti dalle casse malati (assicurazione secondo LAMal)".
"Non so se si possa parlare di 'terra promessa’ – conclude Ignazio Cassis - ma certamente è possibile parlare di un 'ramo economico fiorente’ ".
swissinfo, Françoise Gehring, Lugano-Locarno
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