Pochi forse sanno che il Sudoku ha radici lontane e... svizzere: a sviluppare il quadrato latino dalle infinite combinazioni fu infatti il matematico di origine elvetica Eulero (Leonhard Euler 1707-1783).
Lo scienziato basilese, che visse quasi tutta la sua vita a St Pietroburgo alla corte di Caterina I, non si sarebbe mai immaginato che la sua invenzione sarebbe diventata un successo planetario.
Con alcune modifiche, rispetto all'originale, il gioco ha ormai conquistato milioni di persone in tutto il mondo. Dal giallo dell'estate al Sudoku Il Sudoku dal giapponese «su», numero, e «doku», solitario è un gioco che assomiglia vagamente a un cruciverba. Invece di inserire le parole, però, nei riquadri si inseriscono i numeri.
Ottantuno quadretti, 9 righe orizzontali, 9 colonne verticali, 9 sezioni di nove quadretti l'una: bisogna riempirli con numeri da 1 a 9. Solo una regola, semplice: in ogni colonna, in ogni riga e in ogni sezione, ogni numero deve apparire una sola volta.
In Svizzera, il primo Sudoku è stato pubblicato ad inizio giugno dal «Tages Anzeiger». Da allora la moda ha contagiato tutti: sono sempre di più i quotidiani e i siti internet che offrono regolarmente ai loro lettori nuove varianti.
In Italia, la febbre del Sudoku ha rimpiazzato il tradizionale giallo dell'estate. La scomparsa di una skipper, forse uccisa dal fidanzato e dalla giovane amante di lui. Oppure la comparsa dello squalo bianco nel Mediterraneo con tanto di sub massacrati.
In mancanza di proposte più o meno accattivanti, quasi tutti i quotidiani, anche nella Penisola, si sono allora buttati sul Sudoku. «Contano logica, sveltezza di mente e pazienza» «La matematica c'entra poco», dice a swissinfo il matematico e appassionato di giochi Prof. Alberto Bersani. «Il nozionismo enigmistico non serve. Contano logica, sveltezza di mente, e molta pazienza».
Il gioco sta facendo faville. La febbre del Sudoku conquistato il mondo intero, per la gioia di chi l'ha brevettato: il magistrato in pensione neozelandese, Wayne Gould che nel 1997 scoprì il gioco in Giappone e lo offrì al Times.
Il Sudoku ha però una storia ben più lunga. A inventare lo schema, in origine, fu come detto il matematico elvetico Eulero.
La sua fu una scoperta a fini puramente matematici. Nel suo quadrato latino o magico, i numeri erano disposti in modo che le somme dei valori di ciascuna riga, colonna o diagonale risultassero sempre uguali. Un sistema dalle infinite combinazioni. Un gioco brevettato È stato molto più tardi, una ventina di anni fa, che un cittadino giapponese partendo dal quadrato di Eulero sviluppò il Sudoku.
Tutto sarebbe finito lì. Invece, durante un viaggio in Giappone nel 1997 lex magistrato neozelandese Gould si innamorò del gioco, e forse capì che poteva essere un buon affare. Senza dire nulla a nessuno lo fece suo e lo brevettò in tutto il mondo.
Ora il sudoku è sulla bocca di tutti. Un enigma al giorno da risolvere sui quotidiani, tornei anche online, libri, suggerimenti per le soluzioni. Insomma un divertimento ma anche un business che sta spopolando sulle spiagge italiane, nel metrò londinese o nei caffè parigini.
Qualcuno parla di globalizzazione ludica. Infatti il linguaggio dei numeri è universale, per cui chi lo vuole può trovarsi dei partner allaltro capo del mondo. Basta un computer in rete e la sfida è lanciata. I giovani i più entusiasti Anche perchè ormai tutto si basa sulla velocità di risoluzione del cruciverba numerico. «In questo assomiglia molto al famoso quadrato di Rubik» ci dice ancora il Prof. Bersani, «o ai giochi elettronici che impongono capacità di reazione e intuito».
Come sempre, in questi casi, fanno la loro apparizione anche psicologi e esperti del ludico. Tutti a spiegare che il Sudoku accelera i neutroni, favorisce la capacità riflessiva soprattutto dei più giovani e via di questo passo. Forse sarà proprio per questo che i più entusiasti del Sudoku sembrano essere proprio i giovani e i giovanissimi.
A guadagnarci, alla fine, sembrano essere quasi tutti. Lunico che invece non incassa proprio nulla è il suo vero inventore, il grande Eulero.
swissinfo, Paolo Bertossa |